Blog

Orizzonte davanti a SabangRientrato da Palawan solo da pochi giorni, credo sia utile aggiungere la mia voce alle molte altre che hanno sino ad oggi arricchito il blog.

Non parlerò di concrezioni, del resto Giovanni, in uno dei suoi primi post, aveva dato per scontato che nel sistema non esistessero speleotemi di pregi e naturalmente si sbagliava e di grosso… ma questo sarà oggetto in futuro di altri pubblicazioni.

Non parlerò neanche dei rilievi scientifici cui ho partecipato: sarebbe banale e, soprattutto, fuori luogo. I risultati, molti e di importanza, appariranno presto nelle sedi opportune.

Non parlerò di nuove esplorazioni, per il semplice motivo che non ne ho effettuata neppure una.

E allora?

Mi piacerebbe farvi partecipi delle emozioni e dei pensieri di un anziano speleo che prende parte a campo  assieme a giovani che, anagraficamente,  potevano agevolmente essere i suoi nipoti.

Emozioni forti, a principiare da quella che ho provato quando sono risalito come timoniere su una bancas: scoprendo che 20 anni dalla mia “prima volta” erano passati assolutamente invano. La stessa incapacità di timonare in modo accettabile .

“Destraaa! … ho detto a destra!!!”  “no, no! A sinistra!!!”

“Vira a sinistra non alla tua destra!!!  Ma sai distinguere la destra dalla sinistra?…”

Effettivamente no: ora come allora per risalire i 5 km che portano al Rockpile la mia bancas ne fa almeno il doppio, con varie giravolte di 360 gradi e alcune pericolose collisioni.

Ma ora come allora lo spettacolo è incredibile, mozzafiato e le ore di voga passano rapide anche se oggi, a differenza di allora, lasciano dolori muscolari forti e persistenti.

La vita al campo per me è assolutamente piacevole, come sempre negli ultimi 45 anni: conosco nuovi speleo con cui condividere cibo, materiali, speranze e sogni.. oppure scopro lati,  per me assolutamente inimmaginabili, di persone che conosco da anni. E’ il caso dell’Idromaiale: la classica bestia da spedizione, semplicemente perfetta sia in grotta che, anche e soprattutto, nel rapporto con i neofiti al campo.

L’ultimo giorno di attività, dopo aver ritirato, assieme a Josè Maria, gli strumenti che avevo posizionato il primo giorno nella grotta, ho voluto provare il mio fisico rientrando a Sabang a piedi per il Monkey trail, sentiero bellissimo in foresta, che venti anni fa avevo fatto  tutti i giorni avanti e indietro con pesanti carichi sulle spalle. Ci sono riuscito anche questa volta… ma al limite.

L’ultimo giorno lo passato tutto a preparare il materiale che doveva ritornare con me in Italia. Ci ho messo un tempo molto più lungo del normale perché ogni poco mi fermavo e, dalla soglia della nostra casa-base, mi sorprendevo a guardare verso l’orizzonte dove si staglia la lama di calcare che impedisce la vista diretta del Subterranean River.

Volevo imprimermi nella mente quel panorama perché sono cosciente che sarà molto improbabile che io torni a vederlo di persona.

Paolo Forti

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cookie policy