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Campo nella selvaFrancesco ci comunica che le difficoltà per raggiungere l’ingresso delle cavità sono state superiori all’atteso, tanto che quello che doveva essere un avvicinamento di 2-3 ore è diventato di 8-10 ore, e questo è dovuto al fatto che recenti incendi hanno abbattuto alberi di grosse dimensioni che interrompono frequentemente la vecchia pista, dove tra l’altro la fittissima vegetazione tropicale ha ripreso il suo spazio. Ciononostante ieri sono arrivati all’ingresso di un grande inghiottitoio inesplorato, individuato seguendo un corso d’acqua che attraversa due trafori naturali.
Oggi però non potranno entrare per l’esplorazione perché l’INAH (Instituto Nacional de Antropologia e Historia) sta tardando nel rilascio dei permessi di esplorazione per via di una ipotetica presenza di reperti archeologici nell’area. Proseguireanno pertanto con ulteriori ricognizioni esterne e ubicazioni di altri ingressi.
Dei 17 partecipanti 5 sono fermi per influenza suina, evidentemente incubata in Italia, in compenso il clima è fresco, con piogge notturne e con il vantaggio che questo tiene alla larga le numerosissime garrapatas (zecche), vera piaga di quei sentieri.

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