Blog

All’ingresso dell’Hundido. (foto A. Romeo)Mi trovo a scrivere dal rancho Hundido, un balcone spettacolare su centinaia di chilometri di deserto. Quando inserirò questo post nel blog sarò di passaggio a Jimenez prima di cominciare il lungo viaggio verso le foreste del Chiapas.

Questa settimana di esplorazioni e ricerche in questo angolo del deserto chihuahuense è stata un insieme di emozioni forti, paure, storie, risate che è difficile raccontare in poche righe. L’Hundido ci ha richiesto ben tre giorni di studio, documentazione fotografica e esplorazione. Ora sappiamo che la colonia di pipistrelli deve superare 1,5 milioni di individui, che è in buona salute (non abbiamo riscontrato casi di white nose) e che ogni sera al tramonto se ne esce dall’enorme imboccatura con una scia continua che come un serpente gigantesco si dirige verso le montagne a nord. Il pozzo è davvero inquietante, proprio come ci aveva raccontato Tullio, e abbiamo temporeggiato parecchio tempo prima di scenderlo fino al fondo, dove l’immenso lago nero mantiene ancora il segreto delle sue profondità.

L’uscita dei pipistrelli al tramonto (foto A. Romeo)Dal punto di vista esplorativo la novità più importante è una bella galleria di un centinaio di metri che si diparte da circa 150 metri d’altezza. Le morfologie sono quelle tipiche delle grotte ipogeniche: gigantesche cupole di corrosione (oltre 30 metri di diametro!), pareti lisce e corrose, assenza di concrezioni. Vedremo anche se le analisi delle acque che verranno effettuate dal nostro sponsor Chelab ci confermeranno se queste sono ancora di natura solfurea, come è probabile. Quando ci si avvicina all’imbocco dell’Hundido si viene subito investiti da un odore forte di zolfo, i sassi lanciati volano senza toccare le pareti per ben 10 secondi prima di restituire all’esterno un rumore inquietante riverberato dall’enorme ambiente sottostante. L’imbocco dell’inferno nella Sierra del Diablo! Brrr… Tutte queste sensazioni sono state condite dai racconti degli amici messicani, dalla leggenda del ruggito dell’Hundido, dalle storie di fantasmi, di tribù di apache, di antichi riti sciamanici che ci hanno fatto sentire la magia di questo luogo, fatta di inquietudini ma anche di grande maestosità.

Inquietudini sul fondo dell’Hundido, sotto la fatiscente struttura di pompaggio (foto A. Romeo)Scherzi e risate sono servite per sdrammatizzare la situazione, spesso psicologicamente “forte”. Così come quando Alessio, sul bordo del lago nero, con un sussulto di terrore, ha trovato la testa di una bambolina che, come nel film bambola assassina, è diventata il tormentone della spedizione! Qualcuno potrebbe pensare che tutto ciò sia frutto del peyote, qui onnipresente… e invece non sono allucinazioni ma è tutto vero!

Ora il resto del gruppo sta proseguendo le ricerche nel Canyon Apache (li abbiamo lasciati a un campo avanzato, con l’obbiettivo di spingersi il più possibile all’interno della catena), una valle che attraversa le montagne da nord a sud e che potrebbe riservare nuove sorprese. Incontri inquietanti!Nel frattempo è giunta la segnalazione di un altro hundido, pare di oltre cento metri di profondità, nella vicina Sierra Mojada. Speriamo che i nostri riescano a raggiungerlo ed esplorarlo. La spedizione terminerà il 24 col ritorno del gruppo a Città del Messico, quando arriveranno anche nuove notizie da chi ora è ancora sperduto nel mistero di questo sconfinato deserto.

A presto

Cesco

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cookie policy