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Tepui è una parola di origini “pemon”, un ceppo di popolazioni indigene del nord dell’Amazzonia, e vuol dire “casa degli spiriti” o “casa degli dei”, e viene usata per indicare le alte montagne che sorgono nella porzione nordorientale della foresta amazzonica.

Sono montagne molto particolari: la loro forma è squadrata, con ampie superfici sommitali delimitate da pareti verticali. Nelle zone dove l’erosione è stata più intensa, alcuni tepui hanno la forma di torrioni isolati, alti sino a 1000 m. Un paesaggio che ricorderebbe le dolomiti, se non fosse per il colore scuro della roccia e la densa vegetazione verde da cui questi picchi sorgono.

Tra i tanti tepui che si trovano nella Gran Sabana, al confine tra Venezuela, Brasile e Guyana, uno dei più famosi è l’Auyan tepui, da cui cade il celecerrimo Salto Angel, una cascata di quasi 1000 m, la più alta del mondo. È su questa montagna, la cui superficie supera i 700 km2, che la nostra associazione ha compiuto le sue prime ricerche nel 1993 e 1996.

Sono montagne affascinati, spesso coperte di nubi e nebbie, in cui piove molto e da cui cadono centinaia di spettacolari cascate, che disegnano un paesaggio straordinario e per molti versi unico al mondo. È in queste montagne che Arthur Conan Doyle ambientò il suo famoso romanzo “The Lost World”, immaginando un mondo rimasto immutato da 100 milioni di anni, in cui sopravvivevono dinosauri e piante del mesozoico. Dinosauri non sembrano essercene, ma certo la flora è una delle più incredibili del pianeta. Migliaia sono probabilmente le specie endemiche, di cui ancora molte non catalogate, ed ogni tepui rappresenta un mondo a se, isolato dagli altri da invalicabili pareti.

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