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Sabang, vento e mareeOmar direbbe che c’è un’aria che ti mescola le idee. In pratica, invece, questo vento mescola solo i nostri piani, perciò in primo luogo si rimanda il giro lungo costa a caccia di ingressi perché le onde sono troppo alte e con questo mare non è possibile avvicinarsi.
Dal campo di Sabang parte solo una piccola squadra entusiasta al recupero dei badiniani strumenti piazzati nel Subterranean River che devono tornare sul patrio suolo, più un’altra squadretta diretta al rilievo di un breve traforo (vedi post di ieri) che si apre sospeso sulle verdissime risaie filippine abitate dai bufali (carabao) e divorate dai bogoni.

Un vento che mescola e ricompone anche il gruppo giacché oggi è giorno di partenze. Speriamo si porti via con le persone anche quelle briciole di malinconia che scopri qua e là nella pancia, quando si smembra un gruppo che ha fatto appena in tempo a comporsi.
Alle cinque del pomeriggio ci troviamo in diciotto sulle scale della grande casa dei rangers, che ospita il campo base. Eccoci qua. Da ora siamo noi. Avanti tutta.
Valentina

11.03.2011
Con la partenza del presidente e la relativa scorta composta da ben 11 del gruppo per garantire la sua rimpatriata al sicuro, si è reso necessario il riordino di idee e materiali in funzione delle attività previste per la seconda parte della spedizione.
Non più turbato dalla presenza di oscuri strumenti nel Subterranean River, il vento ha finalmente tirato un lungo sospiro di sollievo che ancora non accenna a diminuire, anzi, rafforza. Anche il mare ci costringe a urlare per comunicare; si decide dunque di riprendere le attività con la prima punta presso il Gaia Branch (tutti dentro… o quasi!) accompagnati soltanto dall’assordante silenzio della grotta. Grotta silenziosa, sì, ma generosa di tesori, anzi TESORI, e  soprattutto di gallerie, anzi, GALLERIE.
Quattro squadre al lavoro, due di rilievo e due videofotografiche, portano avanti l’esplorazione e la documentazione a suon di Spam (scatolette di improbabile carne pressata, n.d.r.) e frittate liofilizzate, mentre al campo si realizzano strumenti di misura ad alta precisione (foto) per il futuro lavoro di rilievo delle morfologie carsiche e marine.
Daniela e Luca

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