Quando si partecipa a una spedizione in luoghi del pianeta remoti e di difficile accesso c’è un’aspetto che colpisce, è la “separazione” che si vive dal resto del mondo.

Non è l’idea romantica di esploratore confinato ai lembi estremi del mondo, dove le notizie non giungono; naturalmente esiste anche questo aspetto, e proprio l’associazione La Venta ne sa qualcosa, come quando, nel 1991, ai tempi del golpe in Unione Sovietica,  le squadre esplorative isolate sull’altipiano di Bau Sun Tau, continuavano le discese in grotta, ignare degli accadimenti moscoviti e delle preoccupazioni italiane.

È piuttosto la separazione di chi si trova isolato, per quanto – come facciamo noi – fianco a fianco con una popolazione che comunica con una lingua a noi sconosciuta. Così, oltre a essere in una zona in cui le notizie che ci potrebbero riguardare arrivano con difficoltà, ci troviamo a essere gli unici che ignorano accadimenti che invece tutti gli altri conoscono già. Una doppia separazione quindi…

Così, mentre terremoto e tsunami devastavano areee del pianeta a noi improvvisamente vicine, e mettevano in grande allarme voi che ci seguite dall’Italia, noi si esplorava tranquilli, commentando un mare un po’ più agitato del normale.

Poi ieri, complice la necessità di alcune spese, siamo andati in quattro a Puerto Princesa, capitale di Palawan. E lì, dando una scorsa ai giornali on-line italiani ci siamo finalmente resi conto di cosa stava succedendo davvero, e quali preoccupazioni probabilmente attanagliavano i nostri cari in Italia.

E quindi lo ripetiamo: qui stiamo tutti benissimo, stiamo ottenendo risultati esplorativi straordinari, abbiamo controllato e continuiamo a monitorare tutte le comunicazioni dell’unità di crisi della Farnesina, e stiamo verificando con i nostri amici filippini l’evolversi della situazione quaggiù. Siamo sereni, ma molto attenti.

Un modo un po’ brusco per uscire dalla bolla: noi avremmo voluto restare 20 giorni lontani dal mondo, ma questa volta il mondo è venuto a cercarci!

Alvise