Blog

Situazione dei rilievi del Subterranean RiverOggi è deciso andiamo al centro benessere. Dallo spogliatoio una benefica passeggiatina di corsetta da due ore e tre quarti a 24 gradi e 1000×1000 di umidità che quando arrivi hai la pelle di un neonato, pesi tre chili di meno e hai fatto la cristallopuntura alle mani con gli aghi di calcite. Un 2×3 da non lasciarsi sfuggire e infatti, alla faccia di Pitagora, siamo in otto.
Per ora il bagno turco è fermo al caposaldo 73: si riparte da lì in avanti. Siamo in un salooooooone che fa impressioooooooone. Mai visto un ambiente così, anche perchè è così grande che è impossibile vederlo tutto: sarà 100×250, alto non si sa quanto, ma parecchio, con un enorme cono detritico alla base che sembra di camminare di notte su una morena.
Cerchiamo sospettosi e con un brutto presentimento il passaggio in avanti che, com’è ovvio, certo ci sarà da qualche parte in questi enormi ambienti di crollo tra i blocchi immani o, più probabilmente su in alto su queste pareti altissime che non riusciamo neppure ad illuminare. Giriamo molto ma alla fine non riusiamo a ritrovare l’aria e ci schiantiamo contro le pareti che si chiudono in fondo alla sala, tal quale fece a suo tempo Magellano schiantandosi contro gli scogli di questi mari filippini.
Scendiamo anche di là dal passo in un’altra sala grandissima e meravigliosa, ma a parte le solite dimensioni a tre zeri, non riusciamo a ritrovare l’aria.

Facciamo perciò sedimentare le idee appollaiati sui massi della morena come tanti condor: “che si fa, che si fa, che si fa?” Beh, si torna sui nostri passi a guardare una condottina sfigata di una dozzina di metri di diametro, aria in faccia, che parte prima del salone Magellano. È un freatico a mandorla stupendo, che scende deciso e infangato con una bella cascata d’acqua che viene da destra. Anzi no, veniva, perchè qualcuno un attimo fa, deve aver chiuso il rubinetto. Com’è possibile? Guardiamo imbambolati l’ennesima meraviglia di questa grotta, questo arrivo che non arriva più, anzi si, perchè dopo dieci minuti torna l’acqua che scroscia per quattro minuti e poi di nuovo va a secco… ma Plinio, scusa tanto, dopo il bagno turco, la doccia se la faceva a intermittenza?
Valentina

C’è chi va in quello grande e chi in quello piccolo, ma la nostra vita qui è sempre legata ad un nome, quasi ossessionante ormai: Underground.
Visto le buone condizioni meteo si è partiti di buon’ora, in 9, destinazione Little Underground River. Superata tranquillamente la fase d’ingresso via mare, veniamo accolti, al termine del primo lago da un bel serpente, a strisce nere e azzurre, lungo un paio di metri, tutto aggrovigliato su se stesso… Beh, siamo ai tropici, in grotta, i serpenti rientrano nella fauna locale, però, quando la simpatica bestiola è scivolata silenziosamente nel lago, tutte le nostre menti “esploratrici” sono state attraversate dal medesimo pensiero: “e se la bestiola la ritroviamo in acqua al ritorno?!” Ma non c’è tempo per pensarci troppo, un paio di scatti e si prosegue. Dopo poca strada, ci dividiamo in tre squadre: due di rilievo e una di fotografia.
Con la mia squadra si continua per una ventina di battute e finalmente si arriva al punto esplorativo, il sifone, che Alessio aveva trovato pieno appena due settimane fa, ora è asciutto! Con Ivy e Andrea ci infiliamo in questo scomodo passaggio tra roccia e una poltiglia di acqua e sedimento nella quale si affonda con tutto l’avanbraccio… ma i nostri pensieri sono rivolti alla corrente d’aria che sferza il viso, chissà quali sorprese la grotta ha deciso finalmente di svelare.
La grotta appunto, molto più piccola rispetto all Subterranean River, ma affascinate, è caratterizzata da morfologie splendide nonostante si debba percorrere per buona parte del tempo a capo chino oppure carponi ma continua… e continua…
Come sempre, quando si è inebriati dal desiderio di continuare ad esplorare, il tempo diventa il peggior nemico, soprattutto qui e soprattutto se si deve uscire a nuoto in mare, questo mare, ad aspettare la barca di recupero.
Si decide di terminare il rilievo al caposaldo 84, ad oltre 1,5 km dall’uscita, di fronte ad un bivio e poi via… più in fretta possibile lungo il ramo di destra, fino a quando le dimensioni non impedisco di proseguire. Torniamo indietro e ci buttiamo a capofitto, grondanti di sudore per via delle mute, nel ramo di sinistra. Andrea prosegue, mentre con Ivy ci infiliamo, dopo una breve arrampicata, in una piccola condotta fantastica, piena di piccole vaschette asciutte e con una bella corrente d’aria che ci rinfresca il viso, ma non possiamo tardare oltre, è dannatamente ora di recuperare il materiale e tornare verso l’uscita, lasciando immaginare ai nostri cuori la continuazione di quest’avventura.
Al rientro, grazie all’acqua limpida, scorgiamo la simpatica bestiola in mezzo all’ultimo lago, la sorpassiamo facendo attenzione e poi via verso l’uscita dove, prima di indossare le pinne per raggiungere la barca, scorgiamo un altro serpente, molto più grosso del precedente, adagiato a pochi passi da noi. Ma anche questa volta meglio non pensarci troppo, è ora di uscire e di restituire la grotta ai suoi veri padroni!
Luca

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cookie policy