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Nello scorso fine settimana, nonostante le condizioni meteorologiche difficili, si è svolto un altro capitolo del Progetto Inside the Glaciers, patrocinato e supportato dall’Associazione La Venta, con il coordinamento dei geologi e soci dell’associazione Alessio Romeo e Francesco Sauro. Questa volta il teatro delle ricerche è stato il glacionivato ipogeo dell’Abisso del Cenote, a quasi tremila metri di quota nella zona di Cima Conturines, nel Parco di Sennes Fosses e Braies.

 

L’esplorazione dell’imponente abisso era già iniziata nel 1994 a cura del Club Speleologico Proteo di Vicenza. La grotta era stata scoperta in seguito allo svuotamento improvviso della vasta depressione iniziale, allora conosciuta come “Lago delle due Forcelle”. Trovare la via di discesa attraverso il ghiaccio non è stato facile e negli anni successivi le esplorazioni si erano interrotte a circa 70 metri di profondità a causa delle condizioni proibitive dovute allo scioglimento estivo della massa glaciale. Solo nel 2010, approfittando dei primi freddi autunnali, era stato possibile discendere un enorme pozzo interno, solo parzialmente esplorato e documentato. In questo contesto si è inserita l’operazione “Cenote 2015”, con il coinvolgimento dei gruppi speleologici C.S. Proteo e G.S. Padovano, con il supporto logistico di La Venta e la consulenza scientifica delle Università di Bologna e Innsbruck. Nonostante il maltempo avesse depositato circa 70 cm di neve in quota, costringendo la spedizione a un’attesa di due giorni, sabato 17 si è riusciti a caricare sulla montagna un campo ben attrezzato, grazie alla professionalità dei piloti e operatori di Elifriulia. Si sono quindi susseguite diverse squadre in grotta, sia per attrezzare la cavità sia per installare una piattaforma sul grande pozzo per collocarvi un laser scanner. La punta decisiva si è svolta tra domenica e lunedì notte, con l’installazione di sensori datalogger di temperatura e pressione, la scansione laser scanner del salone finale e la realizzazione di un reportage fotografico da parte dei fotografi Robbie Shone e Alessio Romeo. I risultati scientifici e la scansione 3D saranno elaborati nelle prossime settimane, tuttavia i risultati indicano che tale cavità rappresenta uno dei più importanti archivi paleoclimatici dell’area dolomitica. La misura laser scanner del salone finale, dedicato allo speleologo del CSP Paolo Verico scomparso nel 2006, ha fornito un’ampiezza massima di 120x36 m con una superficie di base di 2734 m2 e un volume di oltre 200.000 metri cubi. L’altezza totale del baratro supera i 200 metri, confermando tale ambiente come il più vasto salone sotterraneo esplorato nelle Dolomiti. Un ringraziamento generale a chi ha partecipato e alle persone che si sono adoperate con grande fatica e dispendio di tempo alla buona riuscita di questa operazione: Daniela Barbieri, Matteo Barison, Alessandro Benazzato, Domenico Carletto, Samuela Dal Maso, Luca Dal Molin, Tono De Vivo, Filippo Felici, Mauro Lampo, Francesco Lo Mastro, Andrea Pirovano, Enzo Procopio, Alessio Romeo, Alberto Righetto, Francesco Sauro, Robbie Shone. Hanno contribuito alla riuscita della spedizione il Club Speleologico Proteo, il Gruppo Speleologico Padovano e il Gruppo Grotte Treviso. Un grazie anche a Carlo Piovesan per la realizzazione della struttura in alluminio per il Laser Scanner.
Un sentito grazie all'Ufficio Parchi della Provincia Autonoma di Bolzano per l'autorizzazione accordataci. Si ringraziano inoltre la Commissione Centrale per la Speleologia CAI per il supporto, la ditta Gruppo Servizi Topografici per il Laser Scanner, così come gli sponsor e patrocinatori Federazione Speleologica Europea, Tiberino, Scurion, Intermatica, dall’Associazione francese Spélé’ice, dall’Associazione La Venta, BEE1, Sovendi, la Società Speleologica Italiana ed il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

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