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Martedì 1 Dicembre 2015. La spedizione Atacama si sta per concludere.

Sono stati una dozzina di giorni salati, spesi in una dorsale di salgemma a pochi passi da San Pedro de Atacama, cittadina turistica ai piedi del vulcano Licancabur. È stato un assaggio di questo paesaggio lunare, extraterrestre, in cui si sviluppano cavità lunghe anche chilometri. Grotte in questa roccia che a tratti sembra vetro, pochi metri più in là neve. Una roccia che scricchiola quando ci si mette sopra il piede, ma anche al calare della notte, con inquietanti schiocchi. Anche in questa regione in cui piove molto raramente il processo carsico ha potuto agire, lasciando agli speleologi un paesaggio sotterraneo da esplorare.

I nostri amici della Commissione Grotte Eugenio Boegan di Trieste, con i quali abbiamo condiviso questi giorni, sono stati tra i primi a capire la potenzialità esplorativa di quest’area. Noi, dal canto nostro, abbiamo cercato di documentare le meraviglie di questa terra, con grotte molto particolari che assomigliano a quelle nei gessi, ma con dei concrezionamenti (di sale) esteticamente molto più belli. Guardate le nostre foto per crederci!

Non solo concrezioni, ma anche tante morfologie che possono raccontare la storia di questi sistemi carsici. Le grotte, di fatto, possono aiutare a ricostruire gli eventi meteorologici del passato. Ogni evento piovoso, infatti, porta via il sale in soluzione, e causa la trasformazione della grotta. Le acque di infiltrazione, quando affiorano nella grotta, evaporano trasformando le concrezioni già presenti. Sui pavimenti delle grotte il sedimento fine, ancora imbibito d’acqua salata, trasuda e causa la formazione di croste di sale.

Con il laser scanner Leica, del Gruppo Servizi Topografici (G.S.T. snc) di Reggio Emilia, abbiamo cercato di “congelare” le tipiche morfologie di queste grotte. Con questo strumento topografico ad alta risoluzione e con un intenso lavoro siamo riusciti a rilevare integralmente una cavità di 600 metri di sviluppo. Quest’attività è stata realizzata anche grazie all’esperienza di uno dei partecipanti alla spedizione, tecnico dell’Istituto di Biometeorologia del CNR-IBIMET di Sassari.

Diversi sono stati i campionamenti scientifici, sia di minerali che di resti organici intrappolati nei sedimenti di grotta. Si spera di determinare le fasi mineralogiche secondarie in questo particolare ambiente sotterraneo, e di datare alcuni degli eventi di piena avvenuti nel passato.

Il lavoro da fare è ancora tanto, e le soddisfazioni di certo non mancheranno.

I partecipanti alla spedizione si ricorderanno certamente le notti stellate sull’altopiano, i paesaggi lunari esterni, il mondo cristallino sotterraneo, il terremoto andino, lo scricchiolare del sale. Non è stato un sogno, credetemi.

Jo De Waele

Tutto questo è stato possibile grazie ai nostri amici triestini, che ci hanno fatto da guida e da compagni di viaggio per parte della spedizione. Un grazie al Rincòn Escondido Coyo e i suoi proprietari, Guglielmo e Catherine, che ci hanno fornito assistenza e alloggio con la tipica ospitalità atacamense. Un grazie anche a Manuel Cortes, responsabile dell’Associazione Indigena della Valle de la Luna, e al personale che gestisce la Cordillera de la Sal che ci hanno consentito di fare le ricerche scientifiche all’interno dell’area Parco. Speriamo in futuro di poter collaborare con loro in un progetto congiunto di divulgazione scientifica, educazione ambientale e ricerca nelle grotte del sale della Cordillera.

La spedizione è patrocinata dalla Società Speleologica Italiana, e gode del contributo del Gruppo Servizi Topografici (G.S.T. snc) di Reggio Emilia (laser scanner), e dell'appoggio di Intermatica (Telefonia satellitare), Ferrino (Abbigliamento e attrezzatura outdoor), Dolomite (Calzature da montagna), Amphibious (Sacche stagne), Scurion (Sistemi di illuminazione led), Tiberino (Alimenti liofilizzati pronti da cuocere).

Partecipano per La Venta: Jo De Waele, Riccardo De Luca, Umberto Del Vecchio, Marco Mecchia, Fulvio Iorio, Alfredo Brunetti, Laura Sanna, Andrea Cabras, Roberto Ferrara, Norma Damiano, Marco Vattano.

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