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Comunicazione tra i campi con i Satellitari Intermatica. (foto S. Crivellari)Ieri sera, dopo un viaggio di quarantotto ore tra autobus e aerei, la spedizione Chiapas 2009 è atterrata in Italia.

Che dire? Un po’ di nostalgia pensando che pochi giorni fa eravamo sul Pacifico, beatamente distesi su un’amaca ad ascoltare il rumore delle onde, oppure a quando ci siamo affacciati urlando sul rimbombante vuoto del baratro di Leviatang. Mi sembra siano passati due mesi, invece la spedizione è durata solo due lunghe settimane, ma il susseguirsi degli eventi non ha dato tregua. Sono successe un sacco di cose che non ci aspettavamo, sia brutte ma anche belle.

Verso il campo del Clarin. (foto P. Porcu)Anche senza contare l’entusiasmante avventura nel sistema di San Fernando, piacevolissima sorpresa fuori programma, io credo che la spedizione sia andata bene, nonostante l’interruzione forzata delle attività sull’altopiano di Cardenas. Siamo potuti entrare in quella foresta dove nessun altro occidentale aveva messo piede prima e abbiamo potuto esplorarla capendo dove indirizzare gli sforzi futuri. Non è stato inutile, per niente. Tutto quello che è “conoscenza”, che sia dentro una grotta o in territori così sconosciuti, è importante per un’associazione di esplorazioni geografiche come La Venta, tanto più quando permette di pianificare nuove esplorazioni speleologiche per il futuro.

Nella via attiva del Sumidero del Puercoespin (foto P. Porcu)E poi sono stato molto contento del gruppo di persone che ha deciso di seguirci in questa avventura così piena di incognite, anche se mi rendo conto che non tutti, per congiunture sfavorevoli, purtroppo hanno avuto le grosse soddisfazioni speleologiche che cercavano. Ci siamo trovati sempre comunque con persone affiatate, determinate a esplorare, che alla fine l’hanno avuta vinta. Certo è stato faticoso risolvere tutti i problemi, ma anche questo fa parte dell’avventura.

Per questo voglio elencare tutti i partecipanti e ringraziarli: Natalino Russo, Carla Corongiu, Luca Gandolfo, Umberto Del Vecchio, Roberto Trevi, Clarice Acqua, Gianni ToIl campo del Sumidero Puercoespin (foto P. Porcu)dini, Alessandro Mosconi, Giorgio Annichini, Pierpaolo Porcu, Lina Padovan, Silvia Piva, Paolo Forconi, Patrizia Massoli, Giorgio Magrini, Stefano Crivellari. Tullio Bernabei, ci ha supportato in modo egregio e con grande energia nelle difficili fasi burocratiche della spedizione, Leonardo Colavita e Alfredo Brunetti che ci hanno fatto compagnia nei primi giorni di avventura.

Inoltre voglio ringraziare Don Fernando Quintin Acosta, che ci ha ospitato così amabilmente nei suo rancho, e che ci invita a ritornare nonostante tutti i problemi. E poi le guide, Ariosto, Manuel, Felipe, Genero, Don Roberto, Pedro, Rafael, Raucelio e Pablo, sperando di non dimenticare nessuno!

Il rancho Valle Acosta. (foto C. Corongiu)Un altro ringraziamento a Mauricio, a Erwin e a tutto il gruppo speleo Jaguares, per la grande opportunità che ci hanno dato alla Cueva del Puercoespin, dove, sono certo, torneremo presto ad esplorare insieme.

Inotre un  ringraziamento speciale ai nostri sponsor, in particolare: Intermatica, Ferrino, Napapijri Geographic, GT Line, Set In, G&D Cucine, MM-One e Mastrel.

Concludo con un titolo di Richard Bach che mi ricordava un amico prima di partire “Nessun luogo è lontano“, e aggiungo che questo è vero soprattutto quando quel luogo entra a far parte dei tuoi sogni. Sono certo che chi continuerà a sognare quelle terre anche dopo questa spedizione, un giorno non lontano tornerà laggiù e troverà di che sognare ancora.

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