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Lungo la Carrettera 49Ricordo che quell’area l’attraversai per la prima volta nel 2007, quando con una massacrante tirata in auto, da Città del Messico raggiungemmo la miniera di Naica (Chihuahua) e da lì, il giorno dopo, il piccolo paese di Cuatrocienegas nello stato di Cohauila, teatro di un nostro progetto negli anni 2000-2002.

Ma che cos’è la zona del silenzio?

Localmente conosciuta come Vértice de trino, la zona del silenzio è localizzata nel punto d’incontro degli stati di Coahuila, Chihuahua e Durango.

L’area si sviluppa ai piedi del Cerro de San Ignacio, all’interno della Reserva de la Biosfera Mapimì.

Il caso venne alla ribalta nel 1963, quando Harry de la Peña, ingegnere chimico della città di Torreon incaricato dalla società petrolifera Messicana Pemex di compiere un’indagine esplorativa sul quel territorio, notò che le comunicazioni radio con il campo base risultavano impossibili. Le successive e approfondite indagini sul fenomeno confermarono il totale isolamento della zona, che fu perciò chiamata “zona del silenzio”. All’interno di quest’area, infatti, non è possibile ricevere e trasmettere in frequenza radio, ed è curioso constatare che, sconfinando anche di qualche metro al di fuori dell’area le apparecchiature riprendono a funzionare regolarmente.

Nel Luglio del 1970 un razzo del tipo Athena, lanciato dalla base USA di New River (Utah) con previsione di recupero nel New Messico, per un’avaria al sistema di direzione precipitò proprio nei pressi del Cerro de San Ignacio. Nonostante le frenetiche ricerche, il ritrovamento avvenne solo tre settimane dopo. Nessun segnale radio di localizzazione, infatti, poté uscire dall’area di atterraggio.

Da quel momento “el vértice de trino” catturò l’attenzione degli studiosi. Furono effettuati prelievi del suolo e studi sulla flora e fauna locale, riscontrando, per queste ultime, alcune anomalie genetiche. Si scoprì, inoltre, che la zona del silenzio subiva un assorbimento di energia solare maggiore del 35% rispetto alle altre regioni del paese.

Le successive campagne di studio rivelarono anche un’insolita concentrazione di meteoriti caduti nell’area e che la frequenza degli impatti con il suolo era più elevata nella stagione invernale (in un’occasione se ne contarono una quarantina in meno di tre ore).

Attualmente tutto il territorio nei pressi del Cerro de San Ignacio è ricoperto da una fitta polvere di origine meteorica; tutto questo, associato alla possibile presenza di grandi masse magnetiche nel sottosuolo, potrebbe spiegare lo strano fenomeno rendendo l’area ancor più misteriosa.

Ciccio

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