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Dopo 13 ore di navigazione con la barca veloce da Manaus a Barcelos (quasi 450 chilometri) i nostri amici sono immediatamente partiti con una barca più piccola e, dopo altri 50 chilometri sul Rio Negro, sono finalmente giunti sul Rio Aracà. Il viaggio fin qui è stato tranquillo grazie anche ai fiumi in piena, ma mai impetuosi, che garantiscono una facile navigazione in questo periodo.
Da dove sono ora, finalmente, sul piano sterminato dell'Amazonas, vedono il loro obiettivo: il Tepui Aracà.

Le forti piene fanno sì che il Rio sia ora largo oltre quaranta metri e che non presenti possibilità di fermarsi a riposare. Le spiagge infatti sono coperte e solo la foresta fa da bordo al fiume. In compenso navigarci è davvero uno spettacolo: le sue acque nerastre lo rendono un vero e proprio specchio e, a detta di Alessio, sembra letteralmente di volare sospesi tra il cielo sopra di loro e il suo riflesso perfetto sull'acqua.
La barca che stanno usando ancora procede e sono a circa 280 chilometri dal Tepui. Ma il fondo inizia ad essere più basso e spesso la carena struscia. Quindi a brevissimo si trasferiranno sulle sei lance che hanno al traino per proseguire e raggiungere il punto più vicino all'attacco della salita dove fare campo ed incontrare i portatori e le guide. Un ingresso sui tepuiLa fortuna li sta accompagnando, infatti, grazie ad un fortissimo temporale, le temperature sono leggermente più basse del solito e questo evita l'assalto degli insetti. L'unico problema al momento è compattare i 140 chili di materiale comune e tutti quelli personali in modo da trasferirli prima sulle lance a motore e poi portarli sulla montagna. Iniziata la salita, se ne avranno la possibilità, cercheranno subito di raggiungere una grotta segnalata a metà percorso. Altrimenti procederanno per la sommità. La grotta Guy Collet resta uno degli obiettivi. Ma oltre a questo l'altro importante obiettivo sarà la ricerca di nuovi ingressi, anche se senza il supporto di un elicottero, dovranno effettuarla muovendosi alla cieca. Non dubitiamo che riusciranno a raggiungere tutti i loro obiettivi. Il gruppo è ben amalgamato e, ascoltando la telefonata dal satellitare Intermatica di ieri notte, si divertono abbastanza, specie nella babele linguistica di questa spedizione. Solo 9 speleologi, ma che parlano ben 4 lingue diverse (italiano, portoghese, inglese e francese). Per fortuna siamo abituati a queste situazioni! Noi qui in Italia restiamo in attesa delle prossime comunicazioni. Fate lo stesso continuando a seguirci! Un grazie a tutti i nostri sponsor per l'aiuto.

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