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Spesso le spedizioni si modificano durante il loro svolgimento e sono gli avvenimenti in cui siamo coinvolti che ci trasportano verso nuove zone e diversi obiettivi ma tutto questo fa parte dell’avventura e dell’esplorazione!
In questo caso abbiamo dovuto modificare completamente la nostra meta e in parte anche gli obiettivi ancor prima di partire. Avevamo programmato una spedizione scientifica in Argentina, sul famoso ghiacciaio Perito Moreno e una spedizione più leggera, prevalentemente esplorativa, sullo sconosciuto ghiacciaio Ameghino!

A due settimane dalla partenza ci sono state negate le autorizzazioni per il campionamento biologico previsto sul Perito Moreno e tutto è saltato! Gli scienziati hanno congelato i loro biglietti ma il resto dei partecipanti, prevalentemente speleologi, ha preferito partire!
Verso quale meta? E soprattutto, visto che avremo avuto due diversi scaglioni di persone (nella prima e nella seconda metà di Aprile), come gestire logisticamente quest’alternanza?
Scartiamo l’Argentina a priori, ci torneremo il prossimo anno con i permessi! Lo facciamo anche con un po’ di stizza onestamente!


Resta quindi il vicino Cile!
La scelta dei ghiacciai si restringe velocemente a due giganti di ghiaccio, non estranei alla nostra Associazione: il Tyndall esplorato nel 2000 e il Grey esplorato nel 2004, entrambi situati all’interno del Parco Nazionale delle Torri del Paine.
In entrambi i ghiacciai erano state trovate aree a mulini glaciali molto interessanti alimentate da fiumi imponenti, soprattutto sul Tyndall. Il nostro ritorno, a distanza di tanti anni, era una buona occasione per aggiungere dati importanti da confrontare con quelli del passato, un ulteriore tassello da aggiungere allo studio dell’idrologia e la dinamica dei ghiacciai che l’Associazione sta portando avanti da oltre 25 anni in Patagonia e non solo.

Il tempo a disposizione dei due diversi gruppi era molto limitato e ci siamo per questo preparati a realizzare un’attenta prospezione, concentrandoci soprattutto sul realizzare una mappatura dei principali fiumi glaciali e dei rispettivi inghiottitoi e, con un po’ di fortuna, riuscire ad esplorarne qualcuno realizzando il rilievo topografico.

Sul Grey la logistica si è rivelata abbastanza facile e per fortuna questo ci ha permesso di avere ben 4 giorni interi di attività sul ghiaccio. I primi tre giorni sono stati dedicati all’individuazione dei principali mulini e alla loro esplorazione e mappatura mentre abbiamo  completato la mappature dell’area cryo-carsica solo il 4° giorno approfittando di un inaspettato quanto insolito vento caldo che ha causato una forte ablazione e il conseguente aumento delle portate dei fiumi e quindi ha reso “pericoloso scendere” nei mulini.
Un confronto veloce fra le posizioni GPS dell'intera area dei mulini registrati nel 2004 e quelli del 2016 ci ha dimostrato che questa non è variata di molto anche se sembra essersi ridotta di estensione ed avere soprattutto una quota media più bassa di circa 70m.
Avevo partecipato alla spedizione sul Grey del 2004 e non mi serviva comunque alcuna conferma del GPS o altre tecnologie per accorgermi che da allora molto era cambiato: per salire sul ghiacciaio non ricordavo infatti di dover scendere un ripido canalone (come abbiamo fatto quest’anno) ma anzi ricordo che si saltava agevolmente sul ghiaccio e probabilmente da una zona non molto lontana dalla posizione del campo del 2016.

Ben altra spedizione si è rivelata quella sul ghiacciaio Tyndall!
Le autorizzazioni questa volta erano obbligatorie, in qualche modo le abbiamo ottenute e anche  in tempi brevissimi!
Raggiungere il ghiacciaio invece non è stato poi così facile e immediato. Sapevamo che l’utilizzo dei cavalli da trasporto era la soluzione per essere rapidi e soprattutto non ucciderci di fatica. Parlando con le autorità del parco c’è stato purtroppo un fraintendimento e il divieto di uso cavalli che noi pensavamo riguardasse l’intero Parco era invece legato ad un area ristretta che alla fine avevamo scartato come possibile via di approccio al Tyndall.
In definitiva ci siamo avvicinati al ghiacciaio con le nostre gambe ed è stato un lavoro molto duro che ha comportato diversi campi intermedi e un continuo recupero dei 3 sacchi di viveri e materiali che restavano indietro. Diversi di noi alla fine avranno fatto 4 volte l’avvicinamento al ghiacciaio senza contare poi il resto.
Il 18 Aprile verso mezzogiorno siamo in partenza per il Tyndall ma soltanto il giorno 21 monteremo il Campo sul bordo del ghiacciaio. In 5 andiamo a dare un occhiata verso la zona dei mulini ma non la raggiungiamo poiché non riusciamo a indovinare la strada più facile per scendere a valle che comunque è ad almeno 9 km in linea d’aria!


Quel giorno realizziamo che fare esplorazione dalla mattina alla sera non è fattibile. Non c’erano, per fortuna, molte aree a crepacci ma la distanza non era affatto da sottovalutare senza dimenticare la variabilità del meteo che avrebbe reso il rientro al Campo un odissea!
Decidiamo così di spostare sul ghiacciaio 6 dei 9 partecipanti con due tende per un massimo di due notti! Raggiungiamo una zona ideale  2 km a monte dei mulini. L’indomani alcuni avranno modo di fare "un tuffo" all’interno del Tyndall, altri posizioneranno le cavità ed i fiumi principali, altri si occuperanno di documentazione foto/video utile non solo per documentare ma anche per fotogrammetria e foto 3D.
Intanto avevamo richiesto via radio due cavalli per il ritorno grazie ad un guardaparco che ci aveva accompagnato per tutto il periodo e che era in diretto contatto con l’Amministrazione. Purtroppo questa volta niente fraintendimenti, i cavalli non sono più disponibili poiché la stagione turistica è terminata e le due agenzie che li forniscono li hanno già portati in un'altra zona. Il Campo Avanzato si riduce quindi alla notte del 22 poi il 23 rientriamo al Campo Base e dal 24 al 25 raggiungiamo la guarderia di partenza dove ci aspetta il mezzo per rientrare a Puerto Natales. Ora abbiamo un'idea della zona carsica del Tyndall, le posizioni attuali degli ingressi attivi e fossili e le quote del ghiacciaio ma mantengo la suspense poiché è ancora tutto da elaborare. Sicuramente dopo questa prospezione riteniamo che questo sia uno dei ghiacciai più interessanti della Patagonia e visti i buoni rapporti che abbiamo riallacciato col Parco non passerà molto tempo prima che ci facciamo un secondo giro meglio organizzato. O per lo meno me lo auguro!

Alessio Romeo

 

Un ringraziamento a tutti i partecipanti del primo gruppo che si sono lanciati in questa avventura senza che la meta fosse chiara e soprattutto senza la sicurezza che una volta arrivati in Cile avemmo avuto via libera dal Parco. Un grazie enorme anche a tutti i membri del secondo gruppo che invece hanno stoicamente resistito ad un a lunga e inarrestabile marcia fra terra e ghiaccio con pioggia e vento, chi in preda alla febbre chi in balia di dolori e sofferenze per incidenti di percorso e per i pesanti carichi che abbiamo trasportato.
Un ringraziamento speciale per la collaborazione alla CONAF ed in particolare al Parco Nazionale Torre del Paine ed in particolare al guardia parco Rafael Avila per l'aiuto e amicizia.

 

Partecipanti Grey: Alessio Romeo, Salvatore Cabras, Carla Corongiu, Vittorio Crobu, Andrea Meloni, Francesca Onnis, Michele Pazzini, Pier Paolo Porcu, Tommaso Santagata, Niccolò Segreto.
Partecipanti Tyndall: Alessio Romeo, Gaetano Boldrini, Carla Corongiu, Vittorio Crobu, Riccardo De Luca, Martino Frova, Giuseppe Giovine, Giampaolo Mariannelli, Michele Pazzini, Carlos Javier Villa Burgos.

Sponsor: ITALCRANE srl, Konus, SRC, Aspros, Tiberino, Amphibious, Gruppo Servizi Topografici, Dolomite, Ferrino, De Walt, Scurion, New Foods, Raumer.

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