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Dopo una prima settimana fruttuosa dal punto di vista scientifico, ma poco gratificante da quello esplorativo, è arrivata la tanto attesa scoperta di nuove cavità.
Un gruppo nutrito di speleologi 17 italiani ed alcuni amici iraniani si è adoperato per fare chiarezza sul fenomeno dei Diapiri salini delle regioni di Fars e Busher a sud di Shiraz.


 
Abbiamo iniziato riprendendo l’attività di mappatura e ricerca dei diapiri salini di Koorab e Jahani, che erano i due punti d’arrivo della precedente spedizione, qui abbiamo disceso pozzi ed esplorato risorgenze, ma i primi a causa del collasso dello strato di coltre superficiale chiudono tutti attorno ai 30-40 metri, le seconde, chiudono in pertugi stretti o in colate di sale che occludono il passaggio.
 

 

 
A consuntivo fatto, e chiuso il capitolo Diapiri salini nella zona di Firuzabad (Fars), ci siamo divisi in due gruppi, uno a finire di esplorare due Diapiri minori nella zona vicina alla città di Lar, dove si è confermato il limitato interesse speleologico, il secondo gruppo invece si è spostato direttamente a sud, sul Diapiro salino conosciuto come Kuh-E-Namak (Dashti). Nei monti Zagros dell’Iran meridionale i Kuh-e-Namak (montagne di sale in Farsi) sono così tanti che l’identificazione viene spesso facilitata mettendo tra parentesi il nome del distretto o della città più vicina, o citando un sistema di numerazione (ancora incompleto).
 

 
Un intero Diapiro di dimensioni considerevoli, 36 km quadrati, 1400 metri di quota di sale totalmente emerso. Un paesaggio spettrale, un qualcosa di inaspettato, una lamina di sale costante, guai cadere!, qui abbiamo trovato zone di contatto con arenaria e calcari, che hanno dato luogo alla creazione di tunnel e trafori scavati nel sale, eroso dall’acqua che lo percorre nelle sue viscere.
 

 
E finalmente la rivelazione, qui i tunnel, i toboga, le forre chiuse ed aperte, qui le cascate, le risalite!
Abbiamo esplorato e topografico quasi 5 km di nuove grotte, molte percorse da fiumi sotterranei che sfociano nella valle sottostante.
Fortuna ha voluto che ci imbattessimo in due giorni di pioggia torrenziale e così abbiamo solo dovuto seguire l’acqua.
Ambienti inattesi, i colori del sale, la corrosione che lo contraddistingue, la sua durezza e la sua debolezza dopo la pioggia, vita animale all’interno dello stesso, un mondo incantato all’interno di una montagna brulla, arida e inospitale.
Si prospetta una prossima spedizione molto tecnica per arrivare alla cima del Diapiro, a caccia degli ingressi superiori che alimentano i fiumi e le cascate che vogliamo esplorare.
Luca Imperio
 


 
Il sale di questi diapiri si è depositato oltre 500 milioni di anni fa in un mare poco profondo, esteso su una vasta area che va dall’attuale Iran al Golfo Persico, accumulandosi in strati spesso alternati a calcari, marne e arenarie per uno spessore totale superiore ai 1000 metri. Il deposito di sale è stato quindi seppellito, rimanendo sigillato sotto migliaia di metri di altri sedimenti. Nelle ere successive, per le sue caratteristiche di leggerezza e plasticità rispetto alle rocce circostanti, il sale è stato a più riprese spremuto e mobilizzato, raggiungendo infine la superficie, probabilmente intorno a una ventina di milioni di anni fa. Ancora oggi il sale esce lentamente da molti diapiri, e una volta emerso è reso ancora più plastico dalle acque piovane e cola lungo i pendii circostanti a velocità molto variabili, in genere di alcuni centimetri all'anno (ma in alcune circostanze anche superiori al metro/anno) formando “namakiers” o “glaciers”, così chiamati per le evidenti analogie con i ghiacciai. Le grotte esplorate quest’anno si trovano proprio nei glaciers di sale.
Marco Mecchia
 

 
Hanno partecipato: Gaetano Boldrini, Leonardo Colavita, Giuseppe Giovine, Luca Imperio, Marco Mecchia, Giovanni Rossi, Tommaso Santagata, Giuseppe Savino, Mattia Bernabei, Vito Buongiorno, Luca Bussolati, Marco Isaia, Gaetano Proietto, Francesco Spinelli, Antonio Trocino, Alessandro Uggeri, Diego Zanzi.
 

 
Sponsor: Ferrino, Scurion, Amphibious, Tiberino, Vigea, Articoli da Montagna di Enzo D'Adduzio.

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