Blog

Nettuno non ce lo voleva concedere: due ore alla deriva per riparare l’albero motore piegato dalla collisione con una cima di un’altra imbarcazione. Il resto scorre liscio come l’acqua del Subterranean River.

Dopo un breve rilievo topografico iniziale, raggiungo gli altri miei compagni che velocemente, con poderosa e parsimoniosa salita, si trovano davanti al vuoto inesplorato. Trascinati dall’entusiasmo e attratti dal nero vuoto, percorriamo almeno tre chilometri di gallerie giganti, saloni da perdersi e infinite concrezioni. È difficile fermarsi quando una strada priva di ostacoli ti conduce a conoscere l’inesplorato ma, dopo qualche ora, sovviene la ragione: è tempo di rientrare.

È notte quando usciamo a nuoto, mentre uno stormo di rondini ci fa da cielo. Tutto ciò ha dell’incredibile, come vedersi rientrare da una punta speleo, con casco e tubolare, lungo la spiaggia di Sabang, con le onde che ti bagnano gli scarponi. Questo è il Gaia Branch al Subterranean River!

Omar

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Cookie policy