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Sono 500 i chilometri percorsi oggi con l’auto stracarica di materiale, ed è solo l’inizio di questo lungo viaggio che ci condurrà al Perito Moreno, ghiacciaio della Patagonia argentina.
Con Alessandro abbiamo affrontato il viaggio da Cairo Montenotte a Magliano Sabina costipati sui sedili anteriori della macchina, con i bagagli che ad ogni curva tentavano di scalzarci fuori dalla vettura. Oltre al materiale personale abbiamo infatti preparato una serie di “colli” di attrezzatura video che farebbe invidia al set di Avatar: crane con braccio da 9 metri, steady-cam, telecamere e macchine fotografiche in alta definizione ed altro ancora… i presupposti sembrano buoni!
Come se non bastasse, arrivati a Magliano Sabina, troviamo Roberto e Teresa che hanno appena finito di scaricare i 14 colli da 23 kg l’uno arrivati via corriere dal magazzino La Venta di Treviso.

È tardi e siamo stanchi ma prima di andare a dormire ed affrontare la lunga giornata di trasferimento che ci aspetterà domani, prendo in mano il diario della spedizione Grey 2004, che ho portato con me ed inizio a sfogliarne le pagine. Arrivato al fondo leggo i commenti di alcuni dei partecipanti della spedizione ed in particolare mi saltano agli occhi le frasi di Giovanni:

«Nei fiumi di ghiaccio che fluiscono giù dallo Hielo Continental lontano e inaccessibile, ci sono grotte meravigliose che si formano, maturano e finiscono in frantumi e poi in lago e in mare. Forme di passaggio effimere incessanti nel loro replicarsi. In questi giorni ne abbiamo viste alcune, altre seguiranno…»

Ed eccoci pronti a tornare sul ghiacciaio per inseguire questi buchi nell’acqua così sfuggevoli ed affascinanti.

Filippo Serafini

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