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Travel drops

In viaggio verso la selva El Ocote (foto N. Russo)Una goccia, poi un’altra, e un’altra goccia ancora. Lo stillicidio si chiama così proprio perché non si interrompe mai, e non smettono di formarsi colate, stalattiti e stalagmiti. E, oltre che incrostare le resistenze nelle nostre lavatrici, si ispessiscono anche i calcoli delle nostre fantasie. Non basta un viaggio per togliersi l’appetito, non ne bastano dieci per imparare i posti né cento per non pensarci più. Anzi è un male che si cura con lo stesso male. Quindi che si fa? Si riparte, ovviamente.

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Ritorno al Moreno

Il Perito MorenoSono passati 15 anni dalla spedizione al Perito Moreno del 1995. Una missione molto impegnativa e ambiziosa. Tante persone, tantissimo materiale, con lo scopo principale di girare un documentario (poi uscito con il titolo di “Vortice Blu”), con tanto di riprese subacquee in cavità allagate; in quello che sembra essere il ghiacciaio più “carsico” della Patagonia.
I risultati furono notevoli, e non solo da un punto di vista documentaristico. Tra tutti, l’esplorazione di una cavità epidermica lunga più di un km, che tuttora è una delle maggiori grotte endoglaciali mai esplorate al mondo.
Ma cosa sarà successo al “nostro” ghiacciaio in questi quindici anni?

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Assemblea annuale

Eccoci a fine anno e come di consueto l’associazione si riunisce per l’annuale assemblea. Già da ieri hanno iniziato ad arrivare alla spicciolata i primi soci ed entro la mattinata di  oggi (sabato) dovremmo esserci quasi tutti, salvo coloro che hanno impegni inderogabili.

In questo fine settimana a Treviso si tira il bilancio del lavoro svolto durante l’anno appena trascorso, ma soprattutto si gettano le basi per le esplorazioni future, e qui l’entusiasmo la fa da padrone. Si lanciano nuovi grandi  progetti, si lavora per portare a compimento quelli già avviati organizzando le spedizioni conclusive e i cui risultati verranno poi trasferiti tutti su libri, relazioni e documentari.

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Dinosauri, alieni o altre creature?

La preparazione per la discesa nell'HundidoLa “Zona del Silenzio” (nord del Messico), dove siamo andati a cercare tracce di fossili di dinosauri, è famosa per anomalie magnetiche che bloccherebbero gli apparati radio-elettrici, ma anche per essere un luogo prediletto dalle meteoriti.
A noi non si è bloccato nulla (forse perché eravamo ai margini…), ma la fama basta per far giungere in quella landa deserta torme di ufologi in attesa del CONTATTO, o peggio che il contatto l’hanno già avuto.
I luoghi sono bellissimi e deserti, poco esplorati. Vegetazione bassa e spinosa (una varieta’ di cactus sempre pronti a spinare il malcapitato), sabbie e rocce, catene montagnose arrotondate e aride, canyon mai scesi da nessuno.
Distanze assurde: qui una proprietà privata, il “rancho” dove abbiamo girato, si estende per 1000 ettari ed è piccolo.
Al sopralluogo c’era il giovane paleontologo Federico Fanti, dell’Università di Bologna, io assieme a Carlos Lazcano come rappresentanti La Venta, gli amici speleo Leonardo Colavita e Alfredo Brunetti di Campobasso, la speleo siciliana (che studia in Mex) Chiara Pulvirenti.

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Tornati alla realtà

Comunicazione tra i campi con i Satellitari Intermatica. (foto S. Crivellari)Ieri sera, dopo un viaggio di quarantotto ore tra autobus e aerei, la spedizione Chiapas 2009 è atterrata in Italia.

Che dire? Un po’ di nostalgia pensando che pochi giorni fa eravamo sul Pacifico, beatamente distesi su un’amaca ad ascoltare il rumore delle onde, oppure a quando ci siamo affacciati urlando sul rimbombante vuoto del baratro di Leviatang. Mi sembra siano passati due mesi, invece la spedizione è durata solo due lunghe settimane, ma il susseguirsi degli eventi non ha dato tregua. Sono successe un sacco di cose che non ci aspettavamo, sia brutte ma anche belle.

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Nel Triangolo del Silenzio

Fossili di dinosauroC’è un luogo al confine tra gli stati di Chihuahua, Durango e Coahuila chiamato zona del silenzio. Qui si sostiene che in quell’area vasta decine di chilometri quadrati non funzionerebbero le trasmissioni radio e neanche le apparecchiature elettriche. Noi ci siamo andati non per verficare questa bizzarra leggenda ma per cercare grotte e scheletri di dinosauri. Abbiamo trovato i secondi, assieme all’Università di Bologna e di Città del Messico, mentre per le grotte la situazione è più complessa. Abbiamo visto qualcosa ma le segnalazioni più interessanti hanno bisogno di ulteriore tempo per essere raggiunte.
Non è mancata però la discesa nell’Hundido, un pozzo da 180 con alla base un lago nero e profondo di dimensioni 100×150 metri, già esplorato alcuni mesi fa da Carlos e da speleologi americani. Aggiorneremo a breve il blog con alcune foto ed altre notizie. Tullio

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