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Come speleologi siamo abituati ad esplorare grotte antiche che si sono formate migliaia o addirittura milioni di anni fa in seguito a lunghi processi geologici, fisici e chimici.

Entriamo al loro interno per documentarle e studiare la loro storia, spesso proviamo ad immaginare cosa c’era prima della loro formazione, come si presentava il paesaggio prima che tali processi iniziassero ad agire ma non sempre è facile interpretarli perché avvenuti nella maggior parte dei casi quando noi umani non eravamo ancora presenti su questo pianeta.

Lo scorso anno abbiamo avuto l’opportunità di iniziare un nuovo progetto che riguarda lo studio di nuove cavità vulcaniche appena formate in seguito all’eruzione del vulcano Fagradasfjall che si è verificata lo scorso anno nella penisola di Reykjanes (regione di Suðurland), in Islanda.

Dal punto di vista speleologico questo fenomeno ha da subito attirato l’attenzione di geologi e ricercatori della nostra associazione, fino a quando non è nata l’idea di intraprendere uno studio sulla possibile formazione di nuove cavità vulcaniche nate in seguito a questa eruzione.

Così nel mese di Ottobre 2021 è stata organizzata una prima prospezione alla ricerca di ingressi ed ora, dopo oltre sei mesi, stiamo per ripartire per una nuova spedizione che ci vedrà impegnati per una decina di giorni nello studio di queste grotte appena formate, individuate lo scorso anno attraverso l’utilizzo di un drone equipaggiato con camera termica.

Con il supporto dei droni di Flyability, questa volta cercheremo di esplorare le cavità al loro interno e se ci saranno le condizioni proveremo a muovere i primi passi anche di persona utilizzando maschere dotate di appositi filtri per proteggerci dai gas presenti in modo da posizionare datalogger oltre che per effettuare rilievi, campionamenti geologici e microbiologici.

Questa spedizione è patrocinata dalla Società Speleologica Italiana ed è realizzata in collaborazione con il Centro meteorologico e per il rischio vulcanologico Islandese, l’Università dell’Islanda, Istituto di Storia Naturale dell’Islanda, Dipartimento FABIT dell’Università degli studi di Bologna e con il supporto di: AKU, Crioproject, Ferrino, Flyability, Vigea – Virtual Geographic Agency

Tommaso Santagata

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