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Improbabili fix

La spedizione in Chiapas è agli sgoccioli ma per non farci mancare nulla negli ultimi 4 giorni abbiamo piantato molti improbabili fix. Siamo andati a continuare il traverso che un giorno diventerà la via principale per dare mantenimento alla grotta sulla cima dell'Arbol de Navidad. Ora siamo al centinaio di metri traversati. Della cengia nemmeno l'ombra e la roccia continua ad essere davvero poco stabile. Di conseguenza i fix usati per traversare sono davvero "improbabili" ma ci si abitua a tutto da queste parti. E a 250 metri dall'acqua, dalle barche cariche di turisti e dalle fauci dei voraci coccodrilli! Meraviglie delle spedizioni...

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Vecchi spit

Fuggiti alle maledizioni dello stregone ne abbiamo approfittato per andare a fare un giro veloce alla sima de las cotorras. Un sotano (grande pozzo in zone tropicali) profondo circa 100 metri dove inspiegabili pitture rupestri su cenge esposte fanno compagnia ai veri padroni di questo posto: le cotorras (pappagalli). Un canto assordante che rimbomba tra le pareti. Ma un’altra presenza ad un certo punto ha attirato la nostra attenzione. Un vecchio spit. Un ricordo di quando nel 1983 quelli che sarebbero poi diventati fondatori di La Venta discesero questo abisso. Un bel ritorno.

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La maledizione di Cerro Brujo

chp2015a_07Il previsto campo nei terreni della colonia del Palmarito, municipalità di Chiapa de Corzo, è saltato. Dovevamo capire tutto subito… Il campo previsto vicino alla strada non era più possibile cosa che ci ha costretto a rivedere tutto il materiale al volo in piena notte. La via del ritorno che doveva essere tutta in discesa alla fine non era transitabile per i cavalli per cui si prospettavano varie ore di cammino in salita. I cavalli dovevano essere quattro per permetterci di viaggiare almeno scarichi ed invece… Erano solo tre muli con conseguente trasporto a spalla di buona parte degli zaini. Insomma una sfiga dietro l’altra ma noi non abbiamo colto il segnale.
Arrivati dopo chilometri di marcia sotto il sole cocente sul posto, in un bosco incantato, un proprietario del   terreno sul quale dovevamo passare non ci ha concesso il permesso, costringendoci a rientrare il giorno dopo con un altrettanto estenuante marcia.

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Due giorni a San Joaquin

chp2015a_01Chiapas, Municipalità di Berriozabal, da 4 giorni siamo in Messico con una nuova spedizione. E subito dopo un paio di giorni spesi ad ambientarci e preparare materiali eccoci ad esplorare la prima grotta.
Grazie alla segnalazione di Adrian, nella riserva naturale della Pera, dove lo scorso anno abbiamo già esplorato varie grotte, ci ritroviamo sul bordo di un grande pozzo. Dopo un breve giro troviamo un paio di accessi più semplici a pochi metri.
Due pozzetti paralleli di 7 metri. Da lì un breve meandro con passaggi in arrampicata ci riporta al gran pozzo una ventina di metri più in basso su una finestra laterale. Un veloce armo e l’eccitazione di scendere giù. Circa trenta metri più in basso lo spettacolo, alzando gli occhi, è notevole. Il pozzo è illuminato a giorno da due ingressi che visti da qui sembrano due occhi ammiccanti. Ci augureranno buona fortuna? Intanto da ora danno il nome alla grotta. Los ojos (gli occhi) de San Joaquin (dal nome della località)
Ancora vari passaggi in arrampicata non banali e un pozzo cieco. Purtroppo i giochi per oggi finiscono qui.
Ma speriamo siano solo l’antipasto per questa spedizione!

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Volando su mondi preistorici

Profonde griete2600 km di voli tra il bacino del Caronì e dell'Alto Orinoco, 25 ore tra le nuvole, avvistando montagne come isole nel mare di foresta. 18 decolli e atterraggi su piste di terra e prati in fiore. 2978 fotografie di vallate, pareti, cascate, griete ed enormi ingressi di grotte inesplorate.
Questi sono solo alcuni dei numeri che hanno caratterizzato la prospezione "Amazonas Tepui" conclusasi in questi giorni in Venezuela. Un viaggio che ci ha chiarito le potenzialità di massicci che fino ad oggi avevamo solo sognato, e che adesso invece sono diventati un paesaggio reale, sempre oltre le aspettative del sogno.
Abbiamo cominciato questo percorso decollando da Puerto Ayacucho, ultima città ai confini dell'Alto Orinoco. Volando sopra montagne di granito e foreste sconfinate siamo atterrati nella valle di la Culebra, un luogo paradisiaco circondato dai più grandi massicci quarzitici dell'Amazonas: il Duida a sud (2358 m di altezza, 1089 km2 di altopiano), Marahuaca a est (2832 m di altezza, 131 km2 di superficie sommitale) e il più piccolo ma elegantissimo Huachamacari a nord (1900 m di altezza, 8 km2 di superficie sommitale).

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