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La linea d'ombra

Conrad era un uomo di mare, ma – per quanto il titolo del romanzo suoni profetico – non credo si intendesse di tettonica, sismologia e fisica della propagazione delle onde. La sua storia è palesemente ambientata nel Mare di Sulu, tra le Filippine e il Borneo, ma parla d’altro.
Il 12 marzo 2011, all’indomani del terremoto e della conseguente onda anomala che ha sferzato il Giappone e che sta spargendo panico sulle coste del Pacifico, quel titolo casca a pennello. Almeno per noi, che torniamo da Palawan, e per gli amici rimasti laggiù.
L’isola in questione non affaccia sul Pacifico, ma ne è separata dalle ben più grandi Mindanao e Luzon. In quest’ultima è Manila coi suoi 12 milioni di abitanti. Palawan si allunga elegantemente per oltre cinquecento chilometri, da nord est a sud ovest, a separare il Mare Cinese Meridionale dal Mare di Sulu.
Il campo La Venta è a Sabang, sulla costa occidentale di Palawan. È protetto quindi da una doppia linea d’ombra. Il gioco di riflessioni e rifrazioni delle onde anomale, che in queste ore stanno facendo un inquietante giro del mondo, non toccherà i nostri amici rimasti a Sabang. Sono più che al riparo.
Natalino (da Doha, Quatar)

Oggi tira vento

Sabang, vento e mareeOmar direbbe che c’è un’aria che ti mescola le idee. In pratica, invece, questo vento mescola solo i nostri piani, perciò in primo luogo si rimanda il giro lungo costa a caccia di ingressi perché le onde sono troppo alte e con questo mare non è possibile avvicinarsi.
Dal campo di Sabang parte solo una piccola squadra entusiasta al recupero dei badiniani strumenti piazzati nel Subterranean River che devono tornare sul patrio suolo, più un’altra squadretta diretta al rilievo di un breve traforo (vedi post di ieri) che si apre sospeso sulle verdissime risaie filippine abitate dai bufali (carabao) e divorate dai bogoni.

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Felipe II non era speleologo!

Sicuramente Felipe II – è per colpa di questo re che le Filippine hanno il loro nome – non ebbe notizia dai conquistatori spagnoli che in quest’isola esisteva una grotta tanto incredibile come quella del Subterranean River di Sabang. Mentre solcavo le sue acque scure su una piccola canoa immaginavo di vedere, in qualche punto, delle golette o delle caravelle con a bordo quegli scopritori, a bocca aperta per le bellezze che si vedevano intorno, tanto sono grandi e imponenti i paesaggi che si addentrano nella montagna.

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Terremoto in Giappone e rischio Tsunami

Carta con ipotesi tsunamiMail, sms, telefonate si sono rincorse in queste ore.
Il terremoto in Giappone delle prime ore di stamane (ora italiana) ed il conseguente allarme tsunami lanciato dal West Coast and Alaska Tsunami Warning Center hanno messo ovviamente in allarme tutti, ma soprattutto i più apprensivi parenti di coloro che in questo momento si trovano sull’isola di Palawan per le esplorazioni speleologiche.
Questa mattina abbiamo avuto un contatto telefonico con Giovanni Badino (che però si trovava già a Manila) e che ci ha confermato che nell’arcipelago non si parla d’altro, ma che per il momento l’isola di Palawan non è interessata da allarmi importanti, forse anche grazie al fatto che si affaccia su uno specchio di mare non direttamente interessato (si veda la carta emessa dal WCATWC ed i relativi commenti sui giornali di Santa Barbara).
Quezon e SabangIl gruppo di Sabang, dal canto suo, ha pubblicato stamane un pezzo sul blog, quindi per il momento è tutto ok, anche perché l’unica località per cui è stata prevista l‘evacuazione preventiva dei civili è la provincia di Quezon, molto più a nord (mappa). Le prime onde (non particolarmente alte) erano comunque attese per le 10,00 di stamattina ora italiana, cioé le 17,00 di Manila, ma pare che a Sabang non se ne sia vista nemmeno l’ombra…
Compatibilmente con la differenza oraria (+7h) faremo il possibile per stare in contatto con il gruppo e tenervi aggiornati.
Corrado

Barefoot

“E allora, cosa facciamo domani?”
Alla rituale domanda serale pare ci sia una sola risposta: domani si va tutti a esplorare il “ramo dei Filippini” una più che promettente galleria fossile all’Underground River.

“Servirebbe qualcuno che andasse a raccogliere campioni di minerali a Tangusan Cave”

Ecco – fregati – il nostro esimio professore ordinario (in pensione) ci ha confezionato il pacco regalo.

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Una giornata al campo base

campo baseLa giornata ha inizio all’alba, come tutte le giornate del resto, ma qui molto di più. Nel senso anche a Torino la giornata inizia all’alba, ma le prime ore le passo a letto per non guastarla. Qui no.

Lo stanzone è grande, pieno di finestre senza tapparelle, ci dormiamo in otto, il mare rumoreggia a venti metri, fa caldo. E quindi appena nella stanza si iniziano a distinguere le sagome dei dormienti (l’imponente, l’asciutta, la sinuosa), ecco che inizia la giornata. Ti giri un po’, il sole si alza, ti alzi anche tu e vai a mettere l’acqua a bollire.

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