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Il primo campo internazionale di speleologia glaciale si è svolto nel 2014 in Svizzera, sul ghiacciaio del Gorner, nell’ambito del progetto di collaborazione trasversale “Inside the glaciers” al quale aveva aderito con entusiasmo anche La Venta.

Erano gli anni in cui si iniziava a sentir parlare di droni, a quel tempo non esistevano ancora modelli tascabili e commerciali come quelli che vediamo volare oggi. Così per realizzare la prima mappatura 3D di un mulino glaciale La Venta si era organizzata con non poche difficoltà per trasportare un grosso quadricottero autocostruito. Con quei dati riuscimmo a elaborare il modello fotogrammetrico dell’ingresso del mulino G6, il più imponente tra quelli esplorati nel ghiacciaio del Gorner in oltre 20 anni di attività. Al tempo trasportare uno strumento così delicato e ingombrante sembrava un’assurdità, mentre gli speleologi ancora non credevano che davvero si potessero ottenere risultati degni di nota.

Da allora, sono passati solo sette anni ma queste tecnologie hanno fatto progressi inimmaginabili. Dal 17 al 20 agosto di quest’anno, durante le riprese di un documentario sulla fusione dei ghiacciai, un gruppetto di soci La Venta è tornato su questo ghiacciaio insieme agli amici di Flyability, azienda Svizzera specializzata nella realizzazione di droni per esplorazioni indoor, resistere a urti, schizzi d'acqua e basse temperature, e per questo capaci di raggiungere posti per noi umani inaccessibili.

Sono ormai 5 anni che collaboriamo con loro, portando questi aggeggi volanti in alcuni dei luoghi più estremi, tra cui anche le grotte del Monte Kronio nel 2017 insieme all’Agenzia Spaziale Europea e all’astronauta Luca Parmitano. Insieme, abbiamo valutato le possibili applicazioni e le sfide da affrontare per rendere tale tecnologia davvero utile per l’esplorazione speleologica e la ricerca scientifica.

Grazie allo sviluppo di queste tecnologie innovative, durante quest'ultima spedizione possiamo sicuramente affermare di aver dato uno sguardo al futuro dell'esplorazione del mondo sotterraneo. I droni di Flyability sono riusciti a penetrare per centinaia di metri all'interno di cavità di contatto glaciali in pieno periodo di fusione. In tali condizioni, con fiumi sotterranei dalla portata di svariati metri cubi al secondo, qualsiasi esplorazione umana sarebbe da considerarsi una pazzia.

Durante la spedizione è stato possibile mappare attraverso la fotogrammetria (“capture from motion” dai video realizzati dalle camere dei droni) il principale sistema di cavità di contatto del ghiacciaio del Gorner, spingendosi a oltre cento metri di profondità dalla superficie del ghiacciaio.

Ma oltre ai droni, questa breve spedizione è stata anche caratterizzata da un'altra importante novità tecnologica. Con il supporto della società Vigea, abbiamo utilizzato il nuovo scanner Leica BLK2GO con cui sono state realizzate mappature in 3D all'interno di una grotta di contatto (vedi il modello 3d in RGB o vedi il modello 3D in DTM) che è stata rilevata in pochi minuti, semplicemente camminando all'interno della cavità.

Sette anni fa non avrei mai immaginato di poter avere a disposizione solo pochi anni più tardi strumenti così potenti in grado di rivoluzionare il concetto di esplorazione e permettendo di ricavare dati utilissimi per la ricerca scientifica delle grotte di ghiaccio. E chissà cosa ci aspetta per il futuro.

Tommaso Santagata

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