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La spedizione “Palawan 2008”, al carso di St. Paul (Palawan, Filippine), si è svolta dal 22 febbraio al 12 marzo del 2008. Alla spedizione hanno partecipato 12 speleologi italiani, due messicani e due inglesi. La missione s’inserisce in un ampio progetto di ricerca e documentazione, che l’Associazione La Venta sta realizzando in collaborazione con le autorità del Puerto Princesa Subterranean River National Park e della capitale Puerto Princesa.

Scopi della spedizione erano: il completamento della documentazione fotografica del fiume sotterraneo, soprattutto riguardo il suo straordinario aspetto biologico, l’esplorazione di alcune cavità nel settore NE del massiccio, viste nel corso della spedizione 2007, l’avvicinamento alle zone sommitali del St. Paul entrando nel carso dal settore S-O e il completamento di esplorazione e rilievo di alcune cavità della zona S, presso il villaggio di Cabayugan. La spedizione ha operato contemporaneamente nelle tre zone, purtroppo in condizioni rese difficili dal maltempo caratterizzato da forti temporali pomeridiani che hanno reso rischiose le esplorazioni delle cavità attive. Le cattive condizioni meteorologiche hanno poi impedito di tentare di raggiungere le zone sommitali della dorsale calcarea.

Il gruppo che ha operato nel settore NE ha portato a termine l’esplorazione di due importanti grotte che funzionano da inghiottitoi di altrettante valli cieche che bordano il limite orientale dell’area carsica. Le due grotte, denominate Nagbituka 1 e Nagbituka 2, si sviluppano lungo il contatto tra calcari e rocce impermeabili e sono caratterizzate da brevi pozzi e lunghi scivoli che si percorrono in arrampicata. Le esplorazioni hanno permesso di appurare che le due grotte rappresentano dei sistemi paralleli a quello principale dell’Underground River, che corre da SW a NE lungo l’intera dorsale del St. Paul, e vanno probabilmente ad alimentare delle sorgenti poste lungo la costa calcarea. Non sono quindi collegate con il collettore principale dell’Underground River.

Nagbituka 1 è risultata essere profonda 270 m, il che ne fa una delle grotte più profonde delle Filippine, per uno sviluppo di 650 m. La seconda ha una profondità di 130 m per uno sviluppo di 450 m. Entrambe le grotte presentano grandi ambienti di crollo e gallerie laterali concrezionate. Al momento non sembrano possibili nuovi sviluppi significativi in nessuna delle due cavità. In zona esistono in ogni modo altri inghiottitoi attivi ancora da esplorare.

Nel settore sud, quello in cui si erano concentrati gli sforzi della precedente spedizione, non sono invece state scoperte grotte importanti. La zona sommitale del plateau calcareo, dove dalle foto aeree risultavano ben visibili grandi ingressi di crollo, è risultata di fatto irraggiungibile da quel lato a causa della presenza di ripidi pendii a lame calcaree affilate, difficilissimi, e molto pericolosi, da attraversare. Le squadre, benché esperte e determinate, non sono riuscite a spingersi a più di qualche centinaio di metri oltre il bordo del rilievo calcareo, senza raggiungere nessuno degli ingressi visti dalle foto aeree. Sono state invece scoperte alcune modeste cavità di contatto, alla base dei contrafforti calcarei, di sviluppo limitato e chiuse da depositi alluvionali.

Nessuna novità di rilievo, invece, dall’interno del fiume sotterraneo, dove sono state riviste alcune diramazioni rilevate durante le prime fasi esplorative (1990-1991). Sono state però individuate alcune promettenti finestre che necessitano d’attrezzature specifiche da arrampicata artificiale. All’interno del fiume sotterraneo è stato realizzato un ottimo lavoro di documentazione fotografica sulla fauna ipogea.

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