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approfondimenti

4C 1998-1999: ricognizioni

4CNel corso di due ricognizioni avvenute nel novembre 1998 e maggio 1999 furono localizzate e parzialmente esplorate molte grotte situate sia a valle, nei pressi della conca, che sulle alte montagne che la circondano.

Durante tali sopralluoghi furono percorsi circa 5 km di gallerie sotterranee e in alcuni canyon varie decine di grotte i cui imbocchi si aprono su pareti verticali, e quindi raggiungibili solamente mediante tecniche alpinistiche: arrampicate in libera e artificiale, posizionamento di corde fisse.

4C 2001- 2002- 2003: spedizioni

2001- 2002- 2003: spedizioni 4CPer esplorare tali grotte e cercarne di nuove fu necessario installare dei cambi base avanzati nei canyon e in montagna superando le difficoltà legate al trasporto dell'acqua (non esistono sorgenti conosciute). Nel caso di grotte particolarmente estese e complesse fu necessario installare dei campi interni.

4CDurante le esplorazioni speleologiche furono realizzate la topografia strumentale, osservazioni e campionamenti geologici, rilevamenti di dati fisici quali temperatura, correnti d'aria, umidità relativa ecc.

Per quanto riguarda i laghi sorgivi, le ricerche riguardarono la topografia subacquea delle pozze più significative e l'esplorazione dei condotti, curando di produrre il minimo impatto possibile sugli ecosistemi sommersi. Descritte anche topograficamente le morfologie dei condotti di afflusso e deflusso delle acque, anche in relazione alla litologia dei luoghi.

Alcuni numeri di sintesi delle spedizioni danno un’idea del lavoro svolto: oltre 70 ricercatori coinvolti, 65 nuove grotte esplorate, 8 km di topografie sotterranee, quasi 2000 punti di rilevamento geo-topografico, decine di immersioni subacquee, migliaia di metri di corda utilizzati nei pozzi di grotte e miniere, migliaia di chilometri percorsi a piedi, tra tutti i partecipanti, su montagne gigantesche e senza sentieri. Senza contare diversi canyon discesi per la prima volta dall’uomo.

Auyan Tepui 1996

Tra febbraio e marzo 96 si svolge una nuova spedizione, per completare il lavoro esplorativo degli abissi della piattaforma Aonda (così chiamata dal nome dell'abisso principale, profondo 360 metri e lungo quasi seicento) e per approfondire ulteriormente lo studio dei meccanismi speleogenetici in quarzite.

La spedizione era però finalizzata principalmente alla realizzazione di un documentario in 16 mm dedicato a questi ambienti straordinari e in particolare alle loro grotte e alle ricerche svolte dalla associazione La Venta.

Alla spedizione, realizzata con l’appoggio della RAI, Radio Televisione Italiana, parteciparono anche il regista Enrico Hendel e una troupe specializzata in documentari naturalistici.

Parallelamente al complesso lavoro di documentazione, che obbligò a un laborioso trasporto sino a fondo della Sima Aonda, furono portate avanti anche le esplorazioni speleologiche, con il raggiungimento del fondo del pozzo di 350 m di Fummifere Acque e l’esplorazione della Sima del Bloque, poi collegata con il collettore sotterraneo della Sima Aonda.

Spedizione "Juquila 2002", Messico

JuquilaLa spedizione Juquila 2002 ha messo a dura prova uomini e materiali durante i 10 giorni di esplorazione all'interno del canyon Juquila nello stato messicano di Oaxaca.

Il gruppo, da subito diviso in due squadre per ragioni di operatività e di sicurezza ha affrontato il canyon: la prima squadra attaccandolo da monte con il compito di discenderlo ed esplorarlo; la seconda, trentacinque chilometri più in basso, attrezzando un campo base ed esplorando grotte e risorgenze presenti in quella parte di canyon, per poi ricongiungersi con gli altri.
A parte le spine ed il caldo, ormai costanti compagne nelle nostre spedizioni, le difficoltà maggiori sono scaturite dalla sottostima dei tempi di percorrenza: il territorio si è dimostrato, infatti, più aspro e ostile di quanto previsto.

JuquilaLa morfologia del canyon, interessato da numerose frane e salti, ed alcuni piccoli incidenti (congestione, distorsione di un ginocchio, rottura di un'arcata sopraciliare con punti di sutura, contusioni varie) hanno notevolmente rallentato la discesa della prima squadra.

Nonostante ciò, forzando i tempi e consumando le ultime provviste, pur se malconci, i sei componenti sono riusciti a rispettare l'appuntamento riunendosi come previsto, cinque giorni dopo la partenza, con il resto del gruppo.
Anche l'avvicinamento da valle della seconda squadra ha comportato non poche difficoltà: nonostante l'impiego di cavalli per i materiali, zaini in spalla, sotto un sole infernale tra spine, pietre e assoluta mancanza d'acqua, in nove ore si è giunti ad un valico che affaccia sul canyon. Da lì, con altre due ore di discesa impossibile (700 m di dislivello su 800 metri di sviluppo) il gruppo ha finalmente raggiunto il luogo dove allestire il campo base, da cui ha svolto l'attività esplorativa e logistica prevista.
Questa prima esplorazione ha portato allo sviluppo di un progetto di ricerca pluriennale nell'area.

Tepui 2009

Chimanta Tepui 2009

La spedizione, tenutasi nel febbraio 2009, aveva quale obiettivo quello di ampliare il quadro conoscitivo del carsismo nelle quarzoareniti venezuelane, in particolare per quanto riguarda le indagini di carattere: idrogeologico, speleogenetico e biospeleologico.

Obbiettivo specifico sono state le propaggini orientali del vasto Chimanta Tepui, rilievo che copre una superficie di quasi 1200 km2 suddiviso topograficamente in diversi rilievi minori, tra i quali l'Akopàn ed il Churì. In esse, durante una pre-spedizione tenutasi nel gennaio 2008, erano stati avvistati numerosi importanti ingressi carsici, alcuni caratterizzati da imponenti risorgenze in parete.

Il problema principale che si è dovuto affrontare è stato il raggiungimento delle cavità, che si aprono sulle alte pareti dell'Akopan Tepui, affrontando impegnative calate di quasi 200 metri. Fondamentale è stato l’uso dell’elicottero per raggiungere la sommità del massiccio elitrasportando piccole squadre autonome.

Nel corso della spedizione è stata realizzata una imponente documentazione fotografica e video. Per la prima volta in una spedizione speleologica è stato sperimentato il sistema di collegamento satellitare Inmarsat, della Intermatica. Sistema che ha permesso di aggiornare quotidianamente e in tempo reale una pagina di news. Tra i principali risultati esplorativi raggiunti vi è stata l'esplorazione del sistema Akopàn-Dal Cin-Maripak, che su enormi gallerie attive sviluppa 3,5 km.

Durante la spedizione, il pilota di elicotteri venezuelano Raul Arias individua dall’alto un grande ingresso negli altopiani sommitali dell’Auyan Tepui. La cavità, che viene chiamata Cueva Guacamaya, è esplorata poche settimane più tardi dallo stesso Arias, insieme a due speleologi italiani e dallo speleologo venezuelano Freddy Vergara.

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