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Verso Festivalnaja

uzbekistan map

Viaggio apparentemente regolare fino a Boysun, dove Cesco, Alessio e Marco si sono uniti ad un forte gruppo di 19 russi. Apparentemente. Perché un controllo della locale polizia rivela che i nostri non avevano un regolare permesso e vengono quindi trasportati di notte fino a Termiz, sulla frontiera con l’Afganistan. Qui fortunatamente hanno ottenuto i permessi e si sono poi potuti riunire al resto della spedizione.
Ieri sono quindi tornati a Boysun e, con 5 ore di fuoristrada, hanno raggiunto Sha-Tut dove hanno potuto preparare il materiale grazie all’ospitalità di una coppia di anziani musulmani.

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Samarcanda, vent'anni dopo

samarcanda_2011_001Ancora poche ore e partiremo per Samarcanda, Boysun Tau e, forse, Ulugh Begh, sospesa nel vuoto del grande muro. Esattamente vent’anni fa un gruppo di speleologi italiani si lanciava in quell’avventura che avrebbe fatto sognare generazioni di speleologi: l’esplorazione delle grotte di alta quota dell’Asia centrale. Quel gruppetto era composto di fatto da coloro che subito dopo avrebbero dato vita all’associazione La Venta, persone amiche e motivate, unite dal sogno di poter rendere l’esplorazione geografica il principale obbiettivo del proprio vivere.
Sono passati vent’anni, tante cose sono cambiate. Le cartine geografiche sono state riscritte, i confini non sono più gli stessi, la storia ha fatto il suo corso e quella terra che prima era parte della CSI ora è l’Uzbekistan. Anche le facce sono cambiate, nuovi speleologi russi dell’Associazione Speleologica Uraliana hanno deciso di cimentarsi di nuovo con quelle difficili montagne. Tra loro, come allora, qualche italiano. Esploratori che nel 1991 avevano meno di dieci anni, bambinetti che mai avrebbero immaginato dove sarebbero potuti finire in questi anni duemila così diversi.

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Scalatori degli abissi

A Radio3Scienza l’argomento della puntata del 14 luglio è stata la speleologia.
La conduttrice Rossella Panarese ha intervistato Giovanni Badino, prendendo spunto dalla recente pubblicazione italiana del libro “La discesa – Viaggio al centro della Terra ” (titolo originale Blind-Descent – The Quest to Discover the Deepest Place on Earth“) di James M. Tabor, per riallacciarsi poi alle moderne esplorazioni speleologiche.
Ecco il file audio mp3 con l’intervista integrale. Durata 16 minuti.

Chiapas. Pensando al futuro

Nella sede della Reserva El Ocote col direttore Roberto EscalanteDopo un lungo viaggio, tra voli cancellati e trasferimenti, ieri sera siamo approdati a Tuxtla Gutiérrez. Siamo qui in due. Non per una spedizione ma per preparare il lavoro dei prossimi mesi. Riunioni e sopralluoghi. Una settimana tropicale.
La ripresa delle spedizioni in Chiapas ha riportato a galla l’immensa mole di dati accumulati in oltre vent’anni di lavoro della nostra associazione. L’ottimo rapporto coi locali ci ha permesso di trovare ed esplorare grotte nuove, alcune delle quali hanno tutti i presupposti per rivelarsi sistemi importanti. Stiamo lavorando in stretta collaborazione con le istituzioni, e insieme alla Reserva de la Biosfera Selva El Ocote abbiamo messo a punto un progetto di documentazione, didattica e tutela ambientale. Abbiamo stimato due anni di lavoro, quattro spedizioni, corsi di speleologia e seminari per le comunità locali. Siamo partiti lo scorso novembre, e i primi risultati sono incoraggianti.

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La Venta su GEO

geo_06_11_aperturaDurante le spedizioni La Venta ci ritroviamo puntualmente in situazioni scomode. E i fotografi non se la passano tanto meglio. Al freddo e sotto la pioggia, nell’umido della foresta o in grotta, tra laghi e fango. Oltre alla pazienza del fotografo, viene messa alla prova anche la resistenza dell’attrezzatura.
La rivista Geo di questo mese ospita un articolo dedicato alle nostre esplorazioni in Chiapas. Ci sono interviste a Tullio Bernabei, Tono De Vivo, Gaetano Boldrini, Davide Domenici, Francesco Sauro, Gianni Todini. L’articolo, di 16 pagine, è illustrato con immagini scattate da Tullio Bernabei, Ciccio Lo Mastro, Giuseppe Savino, Tono De Vivo, Vittorio Crobu, Filippo Serafini, Paolo Petrignani e dal sottoscritto.

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Attraversando il Chiapas sotterraneo

Entrando nel sogno sotterraneoRitornati dal Chiapas, si cominciano a trascrivere i tanti  appunti e le riflessioni raccolte durante  il viaggio. Questo che segue è un testo di Stefano sulla mitica traversata della Cueva del Rio La Venta. A breve invece posterò un altro bel racconto di Roberto sulle giornate di esplorazione al Rancho Montecristo e della scoperta della Cueva del Platano.

Se si conosce la buona pratica del turismo ipogeo inevitabilmente ci si scontra con il forte campanilismo che coinvolge persino le grotte; non esiste grotta, turistica o meno, di cui non si cerchi un tratto per poter dire “è la più..”, che poi sia la sala più grande d’ Europa, o la più esplorata al mondo, o con la concrezione più alta o in altri modi- alcuni anche di dubbio gusto, tipo “ la concrezione con un diametro proporzionato all’altezza più simile alla misura della base del capitello dorico nel portico di mio zio Cecilio”- sono in pochi a non cadere nella trappola di voler convincere gli altri che la propria grotta ha quel qualcosa in più da renderla la migliore.

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